E' stata pubblicata lo scorso luglio e forse è passata inosservata per via delle ferie una sentenza molto interessante delle Sezioni Unite della Suprema Corte, la n. 15343 del 25 luglio 2016.
Si apre la prospettiva del matrimonio “telematico”, ossia contratto tra i nubendi non fisicamente presenti all'atto, ma che abbiano prestato il loro consenso in collegamento audio e video.
Si tratta nella fattispecie di un matrimonio celebrato all'estero, nel quale l'Ufficiale di Stato Civile del Comune ed il Ministero dell'Interno avevano ravvisato la contrarietà all'ordine pubblico, rifiutandone la trascrizione.
Di diverso avviso la Suprema Corte, che ne ha rigettato il ricorso.
A quando i matrimoni via Skype anche in Italia?
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