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LO STILE DI LAVORO

«Per trovar la giustizia bisogna esserle fedeli: essa, come tutte le divinità, si manifesta soltanto a chi ci crede.»

(Piero Calamandrei)

IL "GRANDE AVVOCATO"

  "Quello dell'Avvocato è il mestiere più antico del mondo...." soleva dire il compianto e autorevole Avvocato Pietro Zanchi, Presidente del Consiglio dell'Ordine di Siena, poi aggiungeva con un pizzico di malizia: "... tra quelli leciti!".

   Malizia profetica, giudicando a posteriori da quello che è diventata oggi la professione dell'avvocato italiano: un causidico passacarte disponibile all'azzeramento del suo pensiero, della sua figura e dei suoi compensi pur di ingraziarsi il maggior numero di clienti possibile. A tutto scapito del cliente stesso e del funzionamento del sistema giudiziario, perchè un avvocato che non opera con lealtà, onore e diligenza per i fini della giustizia e per gli interessi superiori della Nazione (questo è il giuramento che ho prestato), asseconderà ogni richiesta dell'assistito, intentando cause a destra e a manca, con sicuro profitto, ma con scarsa attenzione al buono, al vero, al giusto.

   Nel 1933 Ignazio Silone pubblicava “Fontamara”, nel quale scriveva: “Quando io ero ragazzo si trovavano a Fossa due soli avvocati che facevano anche da notai; adesso ve ne sono otto e quattro notai, senza contare gli imbroglioni minori delle cause di conciliazione. Tanti avvocati, per vivere, sono costretti a inventare ogni settimana nuovi intrighi, a provocare liti, a trarre in lungo i più piccoli processi. Le divergenze che in altri tempi si componevano alla buona, adesso, a causa degli avvocati, durano anni, costano fior di quattrini e lasciano strascichi di odii, rancori. Per causa degli avvocati i rapporti tra le famiglie sono diventati sempre più infidi. Gli avvocati si intromettono dappertutto. E come liberarsene? I loro gesti, l'intonazione della voce, il modo di vestire, di salutare, di bere, di mangiare sembrano studiati apposta per colpire la fantasia della povera gente.

  Oggi, che in Italia siamo più di  312.000, che i libri si leggono solo sotto l'ombrellone ed i giornali non si comprano più, digitando sui motori di ricerca dell'internet "avvocato radiato" o "avvocato condannato" si scovano le più impensabili malandrinate di ex-colleghi che sono stati iscritti al nostro Albo, nel cui novero superiamo il triplo della media europea.

   Di quanti di noi si può asserire che siamo utili e grandi avvocati?

  "Che vuol dire «grande avvocato»?
  Vuol dire avvocato utile ai giudici per aiutarli a decidere secondo giustizia, utile al cliente per aiutarlo a far valere le proprie ragioni.
Utile è quell’avvocato che parla lo stretto necessario, che scrive chiaro e conciso, che non ingombra l’udienza con la sua invadente personalità, che non annoia i giudici con la sua prolissità e non li mette in sospetto con la sua sottigliezza: proprio il contrario, dunque, di quello che certo pubblico intende per «grande avvocato»."     
 (Piero Calamandrei)

ESPERIENZE   COMPETENZE   ATTIVITA'

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