top of page

Avvocati: dovere di diligenza e competenza

Immagine del redattore: Avvocato Foscarini Marco AntonioAvvocato Foscarini Marco Antonio

Pubblichiamo una recentissima delle SS. UU. della Suprema Corte (la sentenza n. 25633/16 del 14 dicembre 2016).

La vicenda riguarda la denuncia al Consiglio dell’Ordine fatta nei confronti di un avvocato dal suo cliente; questi gli aveva conferito procura a rappresentarlo in una causa contro il datore di lavoro. Ma a detta del cliente – visione condivisa dal Consiglio dell’Ordine – il legale non era stato diligente prima e durante la stesura del ricorso.

La descrizione dei fatti contenuta nell’atto processuale era stata confusionaria. Inoltre il ricorso conteneva errori di diritto ingiustificabili: veniva ad esempio richiesta la reintegra del dipendente nonostante l’azienda avesse meno di 15 dipendenti (situazione anteriore alle modifiche del Jobs Act). Il giudice poi aveva rilevato, nella sentenza di rigetto, la superficialità degli atti difensivi.

A prescindere dai presupposti della responsabilità civile di tipo patrimoniale per i danni procurati al cliente – responsabilità che sussiste solo se la causa ha una ragionevole probabilità di vittoria – l’avvocato che non difende in modo professionale e scrupoloso il proprio cliente viola la norma deontologica che gli impone l’osservanza del dovere di diligenza.

Il testo integrale a questo link

26 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti
bottom of page